Un’associazione come “tutti a scuola” non sarebbe mai dovuta nascere in un Paese normale. Eppure proprio in Italia, il paese che ha rappresentato un modello in Occidente con l’abolizione nella scuola delle classi differenziali a metà degli anni 70, la condizione di progressiva esclusione dei disabilidalle priorità della politica è divenuta una emergenza drammatica.La disabilità nel paese che ha postulato la chiusura dei manicomi pressapoco negli anni in cui i bambini disabili transitavano dalle classi speciali alla scuola di tutti è ormai ridotta ad un tema marginale. Che cosa sia accaduto in questi anni amodificare la nostra coscienza collettiva è argomento da riservare ad altri, quello che appare spesso ai genitori di un bambino disabile è un orribile senso di solitudine.
Cominciare ad interrogarsi su come sia potuto accadere, ad esempio, che ripetutamente i governi Berlusconi, Monti e da ultimo Letta abbiano considerato l’indennità di accompagnamento un reddito da tassare e/o da cancellare è un tema essenziale.
Provare a capire che cosa stia accadendo se oltre15.000 famiglie di bambini disabili negli ultimi tre anni siano ricorsi al Tar in tutte le regioni d’Italia per assicurare un insegnante specializzato ai loro figli senza che la politica abbia mosso un dito è anch’esso un argomento da approfondire.
Sullo sfondo nel frattempo tutte le politiche di contenimento della spesa pubblica sembrano voler cancellare meticolosamente diritti che per un disabile sono strumenti di vita dignitosa: l’osceno azzeramento del fondo della non autosufficienza dell’ultimo governo Berlusconi appena modificato dal governo Monti ( per quello attuale le premesse sono fosche) rappresentano un esempio paradigmatico della sensibilità politica di questi anni.
Chiedere e chiedersi se il welfare debba considerarsi ormai un lusso per nababbi diventa allora un serio tema di discussione.
Allora perché meravigliarsi se, nella desertificazione dello stato sociale, l’unica prospettiva per un disabile adulto dopo la morte dei suoi genitori potrà essere forse l’accoglienza in un centro enorme e disumano in palese contrasto a tutto il lavoro iniziato 40 anni fa dal dottore Basaglia ?
Eppure è da tempo che la associazione tutti a scuola chiede, inascoltata, all’Inps di dotarsi di uno strumento essenziale, un’anagrafe della disabilità qualitativa e quantitativa, per programmare interventi mirati e rispondenti ai bisogni essenziali dei disabili. Una anagrafe offrirebbe un supporto virtuoso per affermare concretamente quei livelli essenziali di assistenza che rappresentano un antidoto potente all’egoismo dei territori più ricchi a danno di quelli più disagiati.La opportunità di questo blog dovrà trasformarsi, nei nostri propositi, in un volano di iniziative ed un potente megafono che possa restituire ai disabili ed ai loro familiari strumenti e modalità di lotta democratica. Continueremo ostinatamente a denunciare, difendere ogni violazione che ci verrà segnalata; proseguiremo ostinatamente a raccogliere l’indignazione delle famiglie, dei disabili e di tutti cittadini che non si rassegnano all’idea che l’Italia sia scivolata verso questa barbarie dei diritti. Saremo sempre di parte, dalla parte dei disabili. La fortuna di essere nati in un Paese con una magnifica carta costituzionale rappresenta il sostegno più autorevole per continuare a difendere i nostri fratelli e figli più fragili. E’ questo sarà lo spirito e la passione con il quale saremo presenti da oggi in poi.
Le lunghe battaglie di questi anni ci hanno permesso di incontrare tanti seri professionisti di una più corretta informazione come Fabio Masi di Blob, storico programma di Rai tre . Nel blog troverete spesso il frutto del lavoro militante e continuo di Fabio, anche a lui dobbiamo un doveroso ringraziamento. Il video fu girato il 17 settembre 2013 in piazza Montecitorio assieme ad Angela, Elvira, Laura Boldrini, Marinella, Giorgio, Giancarlo, Sara, Marisa, Hugo e tanti altri.
(ilfattoquotidiano.it)
di Giovanni Cupidi