La guerra tra Israele e Hamas ha colpito in modo devastante i bambini con disabilità nella Striscia di Gaza. Questi, già vulnerabili, affrontano sfide insormontabili, tra cui difficoltà di evacuazione e mancanza di assistenza sanitaria adeguata, aggravate dai continui attacchi
La guerra tra Israele e Hamas ha generato un’immensa tragedia umanitaria che colpisce in particolare le persone più vulnerabili, tra cui i bambini con disabilità nella Striscia di Gaza. Questa popolazione, già fragile a causa delle gravi limitazioni fisiche e sanitarie, è sottoposta a rischi mortali a causa dei continui attacchi e delle restrizioni imposte alla regione. In un contesto dove le infrastrutture sanitarie e i servizi essenziali sono pesantemente danneggiati o distrutti, questi bambini affrontano sfide insormontabili nel tentativo di sopravvivere.
Il contesto della guerra e il suo impatto sui bambini con disabilitàIl conflitto tra Israele e Hamas ha avuto inizio nel 2023, con un intensificarsi delle violenze che hanno devastato la regione e provocato un elevato numero di vittime tra i civili. Nel caso di Gaza, uno dei territori più densamente popolati al mondo e già sotto assedio da diversi anni, la situazione è ulteriormente aggravata dalla precarietà dei servizi medici e dalla mancanza di risorse fondamentali. Il blocco imposto da Israele e l’intensità degli attacchi aerei israeliani hanno reso estremamente difficile l’evacuazione e la protezione delle persone con disabilità.
Secondo un rapporto pubblicato nel settembre 2024 da Human Rights Watch (HRW), migliaia di bambini a Gaza sono stati feriti durante il conflitto, e molti di loro hanno acquisito una disabilità a causa delle ferite riportate dagli ordigni esplosivi. Prima dell’inizio del conflitto del 2023, circa 98.000 bambini a Gaza vivevano già con una disabilità. L’attuale conflitto ha notevolmente aumentato questo numero e ha peggiorato ulteriormente le loro condizioni di vita.
Le sfide affrontate dai bambini disabili durante il conflitto
La guerra rappresenta un pericolo costante per chi vive nella Striscia di Gaza, ma i bambini con disabilità sono particolarmente vulnerabili. A differenza degli altri civili, hanno difficoltà a rispettare gli ordini di evacuazione, spesso non possono muoversi autonomamente, e le strutture e i dispositivi di assistenza di cui hanno bisogno sono quasi del tutto assenti o distrutti. Le famiglie sono lasciate sole ad affrontare la disperazione, sapendo che le possibilità di garantire cure mediche immediate o di evacuare i propri cari sono minime.Il blocco imposto da Israele ha tagliato fuori Gaza da aiuti umanitari essenziali, tra cui medicine e forniture sanitarie.
Molti bambini con disabilità che necessitano di cure specialistiche non possono essere evacuati per riceverle. Inoltre, i centri di assistenza e gli ospedali nella Striscia, già sovraccarichi, faticano a gestire l’afflusso continuo di feriti, il che comporta l’impossibilità di fornire anestesia durante interventi chirurgici urgenti. Questo provoca ulteriori traumi psicologici e fisici per i piccoli pazienti, costretti a subire operazioni senza un’adeguata assistenza medica.
Traumi psicologici e generazionali
Gli effetti psicologici della guerra sui bambini, disabili e non, sono devastanti. La continua esposizione alla violenza, la paura costante di nuovi attacchi e la perdita di familiari o amici incidono profondamente sulla loro salute mentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre organizzazioni umanitarie hanno evidenziato come i bambini esposti alla guerra tendano a sviluppare livelli elevati di ansia, depressione e disturbi da stress post-traumatico (PTSD).
Questi effetti possono protrarsi fino all’età adulta e possono influenzare intere generazioni.Secondo uno studio pubblicato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), i bambini esposti a violenze così intense manifestano spesso disturbi del comportamento e difficoltà di apprendimento. La guerra distrugge non solo il loro ambiente fisico, ma anche la loro capacità di crescere e svilupparsi in modo sano. Le condizioni di isolamento e la mancanza di opportunità educative aggravano ulteriormente la loro vulnerabilità, condannandoli a un futuro incerto.
Storie di sopravvivenza e disperazione
Dietro le statistiche e i dati emergono storie toccanti di famiglie che lottano per la sopravvivenza in condizioni di estrema precarietà. Uno dei racconti più tragici è quello di Leila al-Kafarna, una madre palestinese che ha perso suo figlio durante un attacco aereo israeliano. Durante un bombardamento su un supermercato a Nuseirat, Leila ha perso la presa della mano del figlio, scoprendo solo successivamente di aver afferrato solo il braccio del bambino, mentre il resto del corpo era stato distrutto dall’esplosione.
Un’altra storia straziante riguarda Duaa, una donna di 34 anni affetta da paralisi cerebrale, che è stata bruciata viva durante un attacco in una scuola trasformata in rifugio nel campo profughi di Jabalia. Il padre di Duaa, Muhammed Ismail al-Hweihi, ha assistito impotente alla scena, incapace di intervenire mentre carri armati e soldati sparavano intorno a lui. Questi episodi mettono in evidenza la brutalità del conflitto e il terribile impatto sulle persone con disabilità, che spesso non possono nemmeno cercare riparo o difendersi dai pericoli imminenti.
La risposta della comunità internazionale
Le organizzazioni per i diritti umani, come Human Rights Watch, continuano a denunciare le violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto. Tuttavia, la risposta della comunità internazionale è spesso tardiva o insufficiente. Emina Ćerimović, direttrice associata per i diritti delle persone disabili presso HRW, ha sottolineato come “gli attacchi illegali e la negazione degli aiuti da parte dell’esercito israeliano stiano causando danni irreparabili ai palestinesi a Gaza, e i bambini con disabilità sono tra le vittime più colpite”.
La Ćerimović ha inoltre fatto appello ai paesi che forniscono supporto militare a Israele affinché sospendano immediatamente i trasferimenti di armi fino a quando non verranno prese misure per fermare le gravi violazioni delle leggi di guerra. L’assenza di conseguenze per le violazioni commesse aggrava ulteriormente la situazione e contribuisce a prolungare il conflitto.
La guerra in Israele e Palestina è una tragedia umanitaria che colpisce duramente i bambini, soprattutto quelli con disabilità, che sono i più vulnerabili in questo contesto di violenza. Il loro accesso limitato alle cure, l’impossibilità di evacuare e le condizioni di vita disastrose li mettono in una situazione di estremo pericolo. I danni fisici e psicologici che subiscono avranno ripercussioni per il resto delle loro vite, minacciando di creare una generazione segnata dalla sofferenza e dal trauma. È fondamentale che la comunità internazionale faccia pressione per garantire il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni di guerra, e per assicurare che l’assistenza umanitaria possa raggiungere chi ne ha più bisogno.
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