Il disability manager, una figura emergente a servizio dell’inclusione

In Italia, il numero di persone con disabilità impiegate è ancora limitato, con solo il 32,5% occupato rispetto al 58,9% della media nazionale. La figura del disability manager è stata introdotta per migliorare l’inclusione lavorativa. Il Giardino di Fondazione La Comune, vicino a Milano, è un progetto che favorisce la socializzazione e l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità intellettive

In Italia, il numero di persone con disabilità impiegate nel mondo del lavoro è ancora limitato. Per migliorare questa situazione, è stata introdotta la figura del disability manager, il cui ruolo è fondamentale per l’inclusione e la gestione appropriata dei lavoratori disabili. Secondo i dati dell’Istat elaborati da Manageritalia, su circa tre milioni di persone diversamente abili, solo il 32,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) è occupato, contro il 58,9% della media nazionale. La percentuale di persone disabili in cerca di lavoro è alta (20%), molto superiore all’11,3% della popolazione generale.

La legge italiana stabilisce il numero di lavoratori disabili che le aziende devono assumere in base alla loro dimensione: un lavoratore per aziende con 15 dipendenti, due per aziende con più di 35 dipendenti e il 7% per aziende con più di 50 dipendenti. In caso di inadempienza, è prevista una sanzione amministrativa di 153,20 euro per ogni giorno di ritardo nell’assunzione. Le aziende che assumono persone appartenenti alle categorie protette beneficiano di agevolazioni e incentivi fiscali, che variano in base al grado di invalidità del dipendente.

Grazie alla legge n. 68/99 sul collocamento mirato, la quota di persone disabili nel mercato del lavoro è aumentata dal 40,2% del 2011 a oltre il 52% nel 2022, anche grazie a una maggiore attenzione aziendale all’inclusività. Tuttavia, resta ancora molto da fare, soprattutto per la fascia d’età 45-64 anni, dove il 62,2% delle persone con disabilità è in cerca di lavoro o disoccupata, mentre per gli under 45 la percentuale scende al 37,8%. L’esclusione lavorativa rischia di diventare una condizione permanente per molti disabili, anche a causa dei bassi livelli di istruzione: il 57,6% ha solo la licenza media, il 35% è diplomato e il 7,4% laureato.

“Esiste ancora un problema culturale legato all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità,” spiega Valentina Mari, disability manager di Fondazione La Comune. “Il disability manager può migliorare la situazione, ma è un compito difficile. Le norme stanno cambiando dal 2006, e c’è più autodeterminazione da parte delle persone con disabilità che vogliono trovare un lavoro. Dobbiamo eliminare i tabù e creare momenti di confronto con dirigenti e lavoratori. Mancano però i fondi, anche se il disability manager è ora obbligatorio nella pubblica amministrazione e presto anche le aziende dovranno adeguarsi ai criteri di equità, diversità e inclusione.”

Il diversity management, nato negli Stati Uniti negli anni ’60 e diffuso in Europa negli anni ’90, promuove l’integrazione e la valorizzazione delle diversità sul luogo di lavoro, vedendo la diversità come un’opportunità strategica per migliorare produttività e innovazione. Il disability manager è una figura specializzata nell’inclusione delle persone con disabilità, con la responsabilità di progettare e attuare politiche e procedure che facilitino l’accesso al lavoro per queste persone. Per diventare disability manager è consigliabile una formazione nelle Risorse Umane o nella Psicologia, oltre a competenze trasversali come empatia, problem solving, capacità comunicative e ascolto attivo.

Disability manager,  Fondazione La Comune
La giornata di presentazione de Il Giardino di Fondazione La Comune
Buone pratiche

Alle porte di Milano, a Cornaredo, è stato inaugurato Il Giardino di Fondazione La Comune, un progetto dedicato alla socializzazione, formazione e inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettive. L’iniziativa, finanziata da diverse fondazioni e privati, mira a vedere le persone con disabilità come una risorsa per la società. “Il percorso proposto da Il Giardino di Fondazione La Comune è un cammino verso l’autodeterminazione e l’autonomia, potenziando la vita di relazione e le abilità professionali,” commenta Marco Marzagalli, presidente della Fondazione La Comune.

Dopo un lavoro di riordino degli spazi verdi, il Giardino è operativo, accogliendo giovani con disabilità intellettiva in un contesto di welfare comunitario e inclusione. Il progetto include la coltivazione sostenibile e a km zero di fiori stagionali, con i giovani accompagnati da giardinieri ed educatori. Il Giardino collabora con aziende per iniziative di team building e progetti condivisi, e dispone di un disability manager per orientare i giovani verso il lavoro più adatto e rendere l’ambiente aziendale più inclusivo.

Le imprese possono attivare convenzioni con Fondazione La Comune per assumere persone svantaggiate, ottenendo benefici sia per il dipendente che per l’azienda. Fondazione La Comune ha finora attivato cinque assunzioni di giovani con disabilità, di cui tre in convenzione art. 14, e ha concluso percorsi formativi per circa 30 giovani. Oltre il 35% dei dipendenti della Fondazione sono persone con disabilità cognitiva grave.

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