Giornata internazionale della gioventù: l’80% dei giovani con disabilità denuncia pregiudizi culturali più che carenze formative.

I giovani con disabilità affrontano principalmente pregiudizi culturali piuttosto che limiti fisici, considerati la maggiore barriera nel trovare lavoro. Il 56% ha sperimentato discriminazione durante la ricerca di un impiego, evidenziando un’urgente necessità di interventi inclusivi

Il tema centrale per i giovani con disabilità non è tanto rappresentato dai limiti fisici o mentali con cui devono fare i conti quotidianamente, ma piuttosto dai pregiudizi radicati nella società nei loro confronti. Questo è il pensiero dell’82% di questi giovani, che considera la principale barriera per accedere al mercato del lavoro come una questione culturale. La percezione diffusa è che avere una disabilità venga automaticamente visto come uno svantaggio, un fattore che li pone in una posizione di inferiorità rispetto ad altri candidati.

Solo una minoranza, pari al 18%, ritiene che le maggiori difficoltà derivino da una preparazione insufficiente o dalla mancanza di esperienza lavorativa.Questi dati emergono da un’indagine condotta dalla Fondazione Adecco in collaborazione con Wartsila, in occasione della nona edizione del rapporto intitolato “Giovani con disabilità, forza trainante per il futuro”. La ricerca, realizzata in vista della Giornata internazionale della gioventù, che si celebra ogni anno il 12 agosto, ha coinvolto 253 giovani con disabilità, tutti al di sotto dei 30 anni. Tra questi, una percentuale elevatissima, l’89,8%, non ha mai avuto un’esperienza lavorativa e si trova quindi alla ricerca del primo impiego.

Nelle conclusioni del rapporto, si evidenzia un dato allarmante: il 56% dei giovani con disabilità ha vissuto situazioni di rifiuto o discriminazione durante la ricerca di un lavoro. Questa discriminazione si manifesta principalmente in due momenti chiave del processo di selezione: il 39% dei giovani intervistati ha percepito pregiudizi già nella fase di valutazione del curriculum, mentre il 72% ha vissuto situazioni simili durante il colloquio di lavoro, dove hanno sentito che le loro competenze e attitudini venivano messe in dubbio.

Questi episodi di discriminazione si riflettono inevitabilmente sui dati occupazionali: secondo la Fondazione Adecco, il tasso di disoccupazione tra i giovani con disabilità si attesta al 48,1%, una cifra significativamente superiore rispetto al tasso di disoccupazione generale della loro generazione, che è del 27,7%. Questo divario testimonia le enormi difficoltà che questi giovani devono affrontare per entrare nel mondo del lavoro.Il rapporto prosegue sottolineando che il 55% dei giovani con disabilità ha sviluppato una vocazione specifica, ma molti di loro ritengono di non potersi dedicare a essa professionalmente. Questo perché non esiste una formazione adeguata o riconosciuta per la loro particolare tipologia di disabilità.

Giornata Internazionale dei Giovani

Un problema che riguarda in particolare i giovani con disabilità intellettive, i quali vengono spesso indirizzati verso percorsi formativi limitati a centri diurni, centri occupazionali o Centri speciali per l’impiego. Tali percorsi non tengono adeguatamente conto delle reali aspirazioni e dei veri interessi di questi giovani, limitando ulteriormente le loro possibilità di svilupparsi professionalmente.Il direttore generale della Fondazione Adecco, Francisco Mesonero, ha spiegato come esistano enti e organizzazioni che, al di fuori dei circuiti ufficiali, stiano cercando di proporre soluzioni alternative per garantire a questi giovani una formazione mirata e di alto valore aggiunto in settori specifici.

Tuttavia, fare il salto verso un’integrazione completa nel mercato del lavoro ordinario rimane estremamente complesso. Il problema della discriminazione e delle difficoltà occupazionali per i giovani con disabilità non è una novità. Già nel rapporto dell’anno precedente, l’ottava edizione dello studio “Giovani con disabilità, forza trainante per il futuro”, era emerso che i giovani con disabilità impiegano in media 24,5 mesi per trovare un lavoro, un tempo che risulta quasi il doppio rispetto a quello necessario ai loro coetanei senza disabilità. Questo dato evidenzia l’urgenza di interventi mirati per ridurre le barriere che impediscono a questi giovani di accedere al mondo del lavoro in modo equo.

Per affrontare queste problematiche, secondo Mesonero, è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti. In primo luogo, è fondamentale sensibilizzare i datori di lavoro sulle potenzialità dei giovani con disabilità, andando oltre i pregiudizi e valorizzando le loro capacità. La formazione dei datori di lavoro su come gestire al meglio la diversità in azienda e l’accessibilità sul posto di lavoro sono passi cruciali in questa direzione. Inoltre, è essenziale promuovere politiche attive del lavoro che offrano a questi giovani una formazione specifica e un supporto adeguato per favorire la loro inclusione nel mercato del lavoro.

In conclusione, la situazione dei giovani con disabilità nel mondo del lavoro rappresenta una sfida complessa che richiede una risposta articolata. È necessario un cambiamento culturale che porti a vedere la disabilità non come un limite, ma come una diversità da valorizzare. Solo così sarà possibile creare un ambiente lavorativo più inclusivo, dove tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche o mentali, possano avere le stesse opportunità di realizzare le proprie aspirazioni e contribuire alla società.

La strada da percorrere è ancora lunga, ma con il giusto impegno da parte delle istituzioni, delle aziende e della società civile, si può lavorare per abbattere le barriere culturali e sociali che ancora oggi ostacolano l’integrazione dei giovani con disabilità nel mondo del lavoro. È un compito che richiede sforzi concertati e una visione a lungo termine, ma i benefici che ne deriverebbero per l’intera società sarebbero enormi.

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